Assegno di custodia: accordo sul modello di finanziamento del Consiglio degli Stati

am 08. Mai 2025
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Il Parlamento è concorde nel ritenere che sia necessario trovare una soluzione durevole per il sostegno finanziario della custodia di bambini complementare alla famiglia (21.403). Dopo il Consiglio degli Stati, durante la sessione speciale del 6 maggio anche il Consiglio nazionale ha approvato un assegno per la custodia dei bambini che, analogamente a quello parentale, mira a sgravare i genitori dai costi della custodia complementare alla famiglia. L’assegno è previsto per i bambini fino a otto anni e ammonta ad almeno 100 franchi al mese in caso di custodia in un istituto per un giorno alla settimana, e fino a un massimo di 500 franchi. Il modello del Consiglio degli Stati prevede che l’assegno per la custodia di bambini sia finanziato dai contributi dei datori di lavoro, dei lavoratori e dei cantoni, analogamente a quanto avviene per gli assegni familiari. L’ACS deplora che non sia stato adottato un contributo federale diretto in linea con il modello originario del Consiglio nazionale e con la minoranza Prelicz-Huber (art. 16a cpv. 2).

Entrambe le camere intendono presentare il progetto come controprogetto indiretto all’iniziativa popolare «Per una custodia di bambini complementare alla famiglia che sia di qualità e a prezzi abbordabili per tutti (Iniziativa sugli asili nido)». A differenza del Consiglio degli Stati, la Camera bassa insiste però sul mantenimento degli accordi programmatici e intende responsabilizzare maggiormente la Confederazione sotto il profilo finanziario. La Confederazione investirà 200 milioni di franchi nei primi quattro anni dall’entrata in vigore della legge, cosa che l’ACS approva espressamente. Gli accordi programmatici incentiveranno i cantoni a investire ulteriormente nella promozione precoce, a colmare le lacune nell’offerta e a creare posti di custodia istituzionali per i bambini con disabilità. Gli accordi programmatici resteranno in vigore per 14 anni.

Con queste differenze, il progetto torna ora al Consiglio degli Stati.


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