Il 7 maggio le discussioni sull’imposizione individuale (24.026) sono entrate in una nuova fase: in un intenso dibattito, con una maggioranza risicata (101 voti contro 95) il Consiglio nazionale ha deciso di accettare una proposta di compromesso della sua commissione incaricata dell’esame preliminare in merito alla tariffa fiscale, nonostante l’opposizione dell’UDC e del centro. Tale proposta si colloca tra la variante iniziale del Consiglio federale, che avrebbe comportato una perdita di entrate pari a 870 milioni di franchi, e la proposta del Consiglio degli Stati, che prevedeva una tariffa fiscale nettamente più progressiva che avrebbe limitato la perdita di entrate a 380 milioni di franchi. La proposta comporterebbe una perdita di entrate stimata a 600 milioni di franchi.
Inoltre, il Consiglio nazionale ha respinto la proposta del Consiglio degli Stati di consentire che le detrazioni per i figli - se non possono più essere applicate al reddito imponibile di un genitore - siano applicate all’altro genitore. Solo il gruppo UDC ha votato a favore della proposta.
L’ACS accoglie con favore il fatto che il Consiglio nazionale abbia respinto la trasferibilità delle detrazioni per i figli. Tali detrazioni sono fondamentalmente in contraddizione con l’idea di base dell’imposizione individuale, ridurrebbero gli incentivi positivi a lavorare, comporterebbero perdite fiscali sostanziali e complicherebbero inutilmente le procedure fiscali, comportando così un ulteriore onere amministrativo aggiuntivo per le autorità fiscali e per i contribuenti.
L’affare torna quindi al Consiglio degli Stati, che dovrebbe occuparsene nuovamente nella sessione autunnale.